Scoliosi e Caos

Centre Européen de la Colonne Vertébrale - Clinique du Parc Lyon (Fr)

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The new Lyon ARTbrace versus the historical Lyon brace: a prospective case series of 148 consecutive scoliosis with short time results after 1 year compared with a historical retrospective case series of 100 consecutive scoliosis; SOSORT award 2015 winner

 

SOSORT Award Winner 2015: a multicentre study comparing the SPoRT and ART braces effectiveness according to the SOSORT-SRS recommendations

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    EMC - MCO Bari 22 Aprile 2016

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SCOLIOSI E TEORIA DEL CAOS

 

 

«Può succedere che piccole differenze nelle condizioni iniziali ne provochino grandissime nei fenomeni finali. La predizione diventa impossibile e abbiamo il fenomeno fortuito. Una causa piccolissima che ci sfugge, determina un effetto considerevole che non possiamo vedere e allora si dice che quest’effetto è dovuto alla sorte».

Henri POINCARE: Science et Metodi 1908

 

  Riassunto

Conosciamo l’evoluzione affine delle scoliosi di più di 25° in periodo pubertare. La scoliosi idiopatica dell’adolescente di meno di 25° presenta diverse caratteristiche riavvicinandola a un sistema di evoluzione non lineare.

E’ un sistema:

-          Aperto: la verticalità e la flessibilità del rachide facilitano i scambi con l’esterno. Il concetto biomeccanico d’integrità tensionale o « Tensegrity » non lineare ne fa un sistema omnidirezionale.

-          Complesso: l’origine multifattoriale delle scoliosi idiopatiche ne è la prova.

-          Imprevedibile: siamo incapaci nel presente, di predire l’evoluzione di una scoliosi di meno di 25°.

-          Sensibile alle condizioni iniziali: E’ l’effetto farfalla.

-          Deterministico: la scoliosi non evolve secondo le leggi della sorte, il carattere familiare ne è la dimostrazione.

-          Modellizzatile: l’applicazione in matematica della dimensione frattale della teoria del caos permette una prima modelizzazione.

-          Sopraggiungendo preferibilmente al momento del cambiamento di fase fisiologica pubertarie. L’adolescenza è una fase intermediaria tra bambino e adulto. Un’adolescente non è un adulto piccolo.

Il modello caotico ci permette di capire meglio l’evoluzione e di precisare la strategia dell’individuazione. Modifica sensibilmente il discorso col paziente e la famiglia.

 

  1. Introduzione

Nel Settecento, Isaac Newton ha definito l’equivalenza massa-energia e trova in modo esplicito la causa di alcuni movimenti apparentemente disordinati. Parla di determinismo. La meccanica newtoniana non è falsa, ma considera l’uomo in piedi immobile contro la pesantezza.

Sin dall’inizio del secolo, il matematico Henri Poincaré si rende conto che lo spazio euclideo a tre dimensioni, non rende conto di tutti i fenomeni.

 

   Benoit Mandelbrot precisa che un punto non è sempre in uno spazio a tre dimensioni, può situarsi, per esempio, in uno spazio a 3,3897 dimensioni. Il valore decimale indica come varia l’intensità della deformazione seconda ognuna delle direzioni dello spazio. E’ la dimensione frattale.  Nel corso di questi ultimi quaranta anni, matematici e fisici hanno tentato di spiegare l’aspetto irregolare della natura, il suo carattere discontinuo e disordinato con la teoria del caos. Una delle caratteristiche del concetto biomeccanico d’integrità tensionale, descrita nel 1920 prima di conoscere i frattali, è che questi sistemi hanno teoricamente una taglia illimitata.

In teoria del caos, gli attratori strani sono la prova di determinismo caotico. Gli immagini frattali, come il tracciato dell’elettroencefalogramma, costituisce attratori strani.

Nel 1963, il titolo della comunicazione di Edward Lorentz, la più citata nella bibliografia specializzata, pone bene il problema:

« un battito di ale di farfalla in Brasile, puo’ provocare un tornado in Tessas ? ».

La teoria del caos ha permesso una progressione nella compressione di tutte le scienze.

In medicina dal 1986, data del primo congresso a Washington, questa teoria permette ugualmente di spiegare l’evoluzione di numerose patologie.

 

  1. Argomenti in favore di una scoliosi di evoluzione caotica.

La scoliosi non è una malattia perchè non esiste causa  precisa alla scoliosi, è un’adattazione del rachide nei 3 piani dello spazio probabilmente destinata ad aumentare la resistenza del flessibile rachideo. E’ un sintome che traduce la realzione del rachide di fronte  ad un’inabituale situazione.

Classicamente, si parla di scoliosi oltre ai 10° di angolazione di Cobb. La gibbosità permette di differenziare un atteggiamento scoliotico da una scoliosi strutturale. Queste definizioni devono essere completate. L’atteggiamento scoliotico è una scoliosi riduttibile sia in decubito, sia per esempio quando si compensa un’ineguaglianza di lunghezza degli arti inferiori.

Il paramorfismo è una scoliosi con gibbosità minima inferiore ai 10 mm, frequente dallo sportivo, di cui la convessità è dal lato dell’arto dominante, senza alterazione ossea apicale.

E’ l’esagerazione dell’assimetria naturale del corpo.

La scoliosi strutturale è una scoliosi con crollo del muro posteriore concavo del corpo vertebrale scoliotico apicale. La deformazione ossea in compressione è abituale in periodo di crescita pubertarie dal fatto della fragilità del corpo vertebrale e all’età adulta quando le costrizioni meccaniche superano la resistenza naturale del corpo vertebrale. Può essere favoritati da un difetto di tensione paravertebrale come una ruota di bicicletta velata quando i raggi sono troppo allentati.

Dettagliamo adesso gli elementi del sistema scoliotico caotico.

 

2.1  SISTEMA APERTO: I “BACINI DI ATTRAZIONE”

La quarta  dimensione o dimensione frattale di deformazione non corrisponde più a delle leggi di prossimità nello spazio nemmeno a una continuità visibile. E’ il caos apparente, ma in realtà le cause che agiscono sono continue l’una l’altra in tutte le loro quattro dimensioni. Cio’ che per noi rappresenta il caos, è che il nostro spazio visibile ha soltanto tre dimensioni più il tempo. Quando graficamente si sostituisce il tempo con la quarta dimensione, si ottiene una visualizzazione dell’attratore strano. In linguaggio caotico si parlerà di bacini di attrazione.

Se ne possono distinguere due, da parte e dell’altra del rachide:

1)      il bacino, il rachide puo’ allora essere considerato come un metronomo. Il sacro costituisce una chiave di volta al rovescio.

2)      La testa, il rachide puo’ allora essere  considerato come un pendolo. E’ l’aggiustamento concomittante  di questi due bacini di attrazione che permetterà l’equilibrio posturale della colonna vertebrale.

Se si registrano, in piedi immobile, i micro movimenti che sono al livello della testa, si ottiente un tracciato di tipo caotico.

L’esistenza di un « attratore strano » muscolare, legamentare o osseo, provocherà sia una deviazione vertebrale dal bambino, sia una turbolenza al livello del rachide, tradotta clinicamente con rachialgie. Dal neonato di cui le strutture cartilaginose rimangono malleabili, notiamo deformazioni della testa a tipo di plagiocefalia.

 

2.2  SISTEMA IMPREVIDIBILE: SCOLIOSI MULTIFATTORIALE

2.3.1 Imprevidibilità dell’evoluzione

Si deve pure riconoscere che se conosciamo abbastanza bene le leggi della crescita ossea, la fisiologia nervosa e muscolare, la biomeccanica vertebrale, i fattori sperimentali che riproducono la scoliosi, gli elementi clinici peggiorativi…, siamo incapaci predire l’evolutività di una scoliosis.

Quando nel 1989, Mme Duval-Beaupère ricerca tutti I criteri potendo servire di predizione dell’evolutività di una scoliosis in periodo di crescia, puo’ ritenere soltanto un fattore con intervallo di fiducia del 95%: fattore angolare superiore a 35° cioè una scoliosis di cui il muro posteriore della vertebra apicale è gia crollato.

 

2.3.2 Fallimento dello school-screening

Il bilancio restrospettivo del “school screening” degli anglo-sassoni è un fallimento. La messa a posto sistematica del corsetto di Milwaukee per le scoliosi di meno di 25° non ha diminuito  il numero di scoliosi operate  rispetto agli stati vicini che non applicano il trattamento preventivo (0,45 per mille), e ha condotto a mettere  corsetti di Milwaukee su scoliosi non evolutive.

 

2.3.3. Imprevidibilità dell’evolutività

Quando la scoliosi è evolutiva, c’è ugualmente impossibile prevedere all’inizio del trattamento ortopedico conservativo, se questo sarà sufficiente per evitare l’evoluzione della scoliosi. I diciannove bambini su 1228 scoliosi riviste due anni dopo la rimozione dell’ortesi che sono veri fallimenti  del trattamento ortopedico non presentavano all’inizio caratteristiche particolari. Tuttavia, non si possono invocare le leggi della sorte, via via dell’evoluzione apparirano i segni di gravità della scoliosi, dorso piatto, forte rotazione, gibbosità angolare, magrore. L’evolutività della scoliosi, benchè non predittibile non è neanche una loteria.

Due scoliosi toracolombari viste allo stesso periodo, la prima di quarantotto anni presenta una curva toracolombare di 52° con dislocazione rotatoria L3-L4. All’età di ventidue anni, l’angolazione era minore :18°.

La seconda di sessantaquattro anni presenta una curva toracolombare di 94°. Era stata trattata ortopedicamente durante l’adolescenza, e a sedici anni in fine trattamento l’angolazione era di 93°.

Dal momento, due atteggiamenti sono possibili:

-          Continuare a ricercare criteri predittivi, associandoli grazie a formule complesse.

-          Ammettere che non si puo’ predire  l’evolutività di una scoliosi di angolazione inferiore a 25° in periodo di crescita pubertare e ricercare un’altro modello di riferimento.

 

2.3.4. Soglie

L’evoluzione di una scoliosi è non lineare e abbiamo descritto assieme a Stagnara discontinuità o soglie.

Sono cosi, che sotto un certo grado di curva 30° che può corrispondere a un grado di rotazione di 25°, l’evolutività della scoliosi è aleatorio  anche durante l’accesso della crescita pubertare  con un’evoluzione in un caso su due ; invece quando supera la soglia, quest’evolutività è praticamente costante, questo peggioramento potendo anche proseguirsi lentamente all’età adulta.

Diversi elementi intervengono:

 

+ I muscoli

Al livello della vertebra apicale, per un movimento effetuandosi nel piano sagittale, i muscolai transversari spinali sono squilibrati dal fatto della deformazione dell’apofisi trasverse e spinosa.
Per un’angolazione debole, inferiore a 25°, se si considera il movimento abituale di flessione del tronco  in un piano sagittale, le braccia di leva dei muscoli della concavità e della convessità si situano da parte e dall’altra del centro instantaneo di rotazione del corpo vertebrale e permettono quindi una stabilità del rachide. A questo stadio tutta l’attività muscolare va nel senso della correzione della scoliosi.

Per un’angolazione forte, superiore a 25°, se si considera lo stesso movimento  di flessione del tronco in un piano sagittale, la forte rotazione al livello della vertebra apice modifica le braccia di leva dei muscoli che sono situati dalla stessa parte rispetto al centro di rotazione instantanea del corpo vertebrale e la contrazione va nel senso di un peggioramento della scoliosi.

 

+ la resistenza del corpo vertebrale

A partire di 25°, le pressioni diventano asimmetriche al livello del corpo vertebrale, e in periodo di crescita pubertare, le leggi di Wolf e Delpech spiegano la deformazione progressiva del corpo vertebrale e l’evoluzione lineare bene schematizzata dalle curve di DUVAL-BEAUPERE.

In fine di periodo pubertarie e fino all’età di venti anni, l’osso aumenta la sua densità. E’ logica costatare che sono gli sport a impatto quelli più efficaci per mineralizzare un sistema in compressione discontinua.

 

+ la crescita

Sopra una soglia di 30° di curva e di 25° di rotazione tutto diventa nocivo, la crescita in primo luogo, ma forse anche gli esercizi di muscolazione inconsiderati cosi bene simmetrici che asimmetrici. Le pressioni ossee diventano troppo asimmetriche al livello della vertebra apicale e  creano un cerchio vizioso della deformazione ossea. Ogni rieducazione isolata che lavora su una curva di più di 30° è almento discuttibile. Bisogna che tramite posture o mezzi ortopedici si ottenga una riduzione precedente sotto questa soglia per pretendere non essere nocivi. Invece, se la crescita è finita, i fattori biomeccanici non hanno più le stesse conseguenze, il problema è quello del controllo di ogni deformazione osteo-articolare a lungo corso, con in più il caso particolare del rachide : distensione legamentare, evoluzione verso degli osteofiti di trazione, di pressione, discopatie esagerando i disurbi, dislocazioni e sinostosi.

 

2.4  SISTEMA SENSIBILE ALLE CONDIZIONI INIZIALI: EFFETTO FARFALLA

La mela cade secondo le leggi della gravitazione di Newton e si puo’ prevedere il punto della sua caduta. La foglia dell’albero cade secondo le stesse leggi, ma non si puo’ prevedere il punto giusto della caduta, perchè è più sensibile al vento. L’imprevidibilità di tale fenomeno è di una sensibilità estrema alle condizioni iniziali caratteristiche del caos deterministico.

Secondo Maxwell la colonna vertebrale è un sistema instabile. Per mantenere una posizione verticale, la colonna deve oscillare in permanenza attorno ad una linea di gravità inizialmente verticale. All’occasione di una perturbazione di questo doppio movimento oscillatorio permanente, la posizione di equilibrio non sarà più verticale, e la scoliosi si costituirà.

Quando esiste una patologia, il sistema oscillatorio è troppo perturbato. L’equilibrio è ottenuto in altre condizioni, specialmente con un allargamento importante del poligono di sostentamento.

I mutilati congeniti dell’arto superiore, le emiplegie infantili sviluppano scoliosi soltanto nel 10% dei casi e ancora si tratta più di un’esagerazione di un paramorfismo, che di una deviazione strutturale. Infatti, e paradossalmente, bisogna, essere un bambino normale per sviluppare une scoliosi.

 

2.5  SISTEMA DETERMINISTICO: CAOS DETERMINISTICO

Diversi fatti dimostrano che l’evolutività della scoliosi non è il fatto della sorte.

Scoliosi familiare

La frequenza della scoliosi nella popolazione generale è di due per mille. Quando c’è un parente al primo grado affetto da scoliosi, questa frequenza è di 2%. Le scoliosi che soppragiungono dai gemelli monozigoti non evolve in modo rigorosamente identico. Esistono quindi, allo stesso tempo, un fattore genetico e un fattore ambientale.

Non possiamo dunque utilizzare né le leggi della sorte della meccanica stocastica, né le leggi lineari per descrivere l’evolutività della scoliosi.

Scoliosi evolutiva

Benchè non siamo capaci di predire l’evolutività, in senso contrario, le scoliosi evolutive presentano caratteristiche specifiche: dorso piatto, gibbosità angolare, squilibrio dell’asse occipitale … che permettono di escludere la sorte.

 

2.6  SISTEMA MODELIZZABILE

Il valore decimale delle dimensioni frattali corrispondono a un numero irrazionale risultante della divisione di due logaritmi come per esempio il fiocco di neve di Von Koch. Quando si sostituisce il tempo con la quarta dimensione frattale, si puo’ rappresentare graficamente questa dimensione.

 

 In un sistema che misura con dimensione di deformazione, un tragitto possiede un numero infinito di lunghezze che sono tutte riassunte da un solo numero. C’« l’invarianza » di scala. Per esempio, le villosità intestinali, le alveoli polmonari… hanno una lunghezza  finita, ma hanno un numero infinito di lunghezze, ognuna di loro corrisponde alla scala di misura scelta.

Una dimensione frattale contiene quindi infinitamente più informazioni che una dimensione di coordonati. Quando si precisa la scalla, ce ne fornisce la lunghezza.

 

2.7  CAMBIAMENTO DI FASE: PUBERTA’

La teoria del caos interviene preferibilmente al momento dei cambiamenti di fase: per esempio passaggio di stato solido allo stato liquido, o dallo stato liquido allo stato gazzozo. E’ a quest’interface che si noterano preferibilmente I fenomeni caotici.

La pubertà caratteristica dell’omo sapiens costituisce ugualmente un cambiamento di fase tra l’infanzia e l’età adulta tanto al livello fisico che al livello psicologico. E’ quindi logico che I fenomeno caotico sopraggiunge all’occasione di questo periodo.

 

  1. DISCUSSIONE

3.1  IL RAGGIONAMENTO CAOTICO

In modo lineare, la situazione anteriore è una situazione di equilibrio stabile. Ogni perturbazione è soltanto passegera e il trattamento permette di tornare allo stato anteriore. E’ il caso in traumatologia, dopo frattura.

In modo caotico, la situazione anteriore è una situazione di equilibrio instabile, ove una volta le perturbazioni finite, non si puo’ più tornare indietro. E’ il caso della scoliosi dell’adolescente ove il trattamento ortopedico permette soltanto di evitare il peggioramento della curva fino alla maturità ossea.
In scienze umane e specialmente in medicina, si puo’ opporre l’approccio riduttore anatomico e genetico: microscopio, cellula, ADN…, dell’approccio  caotico ove l’essere vivente fa allora parte di un sistema dinamico che interragisce  con l’ambiente. La teoria del caos cercando di spiegare queste interazioni.

 

3.2  SCOLIOSI E ANGOLAZIONE

Durante la crescita, una scoliosi di meno di 25° evolve in modo imprevidibile.
Invence, dopo i 25°, la stessa scoliosi evolve secondo un modo affine bene descritto da Mme DUVAL-BEAUPERE.

La difficoltà per un medico sarà di ragionare sia in modo caotico sia in modo lineare.

All’età aduta, l’evoluzione può ugualmente farsi; sia secondo un modo lineare, per esempio una scoliosi che peggiorerà regolarmente di 2° all’anno per diffetto di resistenza del corpo vertebrale, sia secondo un modo caotico  con peggioramento imprevidibile  per esempio nel caso della dislocazione rotatoria di origine discale.

 

3.3  SCOLIOSI E RIEDUCAZIONE

Nessun metodo di rieducazione “etiologico” ha fatto la prova della sua efficacia finora evitando l’evoluzione di una scoliosi di meno di 25°, cio’ che è logico se si ammette la teoria del caos.

Pertanto, si deve abandonnare la rieducazione della scoliosi?

No.
Al contrario, quando si è in una zona a rischio sismico, si costruisce secondo le norme anti-sismiche. La rieducazione « anti-sismica » rafforza le strutture muscolo legamentari rachidee, riequilibra queste stesse strutture e con la correzione posturale evita gli atteggiamenti viziati. Limiterà le conseguenze del « terremoto » scoliotico.

 

3.4  SCOLIOSI E PREVENZIONE

Soltanto la sorveglianza regolare della colonna di questi bambini da tutti i partner della salute permette l’individuazione e la presa in carico terapeutica precoce che ha permesso la forte diminuzione delle indicazioni chirurgicali per queste scoliosi idiopatiche nel corso di questi ultimi anni.

  L’esperienza negativa del « school screening » americano si spiega con un raggionamento di tipo lineare.

Per una scoliosi di meno di 25° la messa a posto di un corsetto a titolo preventivo, anche elastico, anche notturno, perché “forse la scoliosi evolve”, è l’uno degli errori commessi il più frequentemente. Se si ammette la teoria del caos, come per la rieducazione, il corsetto non impedirà l’evoluzione della scoliosi. Tenuto conto delle ripercussioni psicologiche notevoli, conviene di bene misurare le indicazioni. L’ortesi dev’essere un trattamento curativo, invece questo trattamento dev’essere il più precoce possibile, di cui la necessità di una sorveglianza stretta delle scoliosi durante la fase di crescita.

 

3.5  SCOLIOSI E POSTURA

Una perturbazione del sistema posturale, per esempio al livello dell’articolazione temporo-mandibolare o del cattore podale, può allentare il sistema e provocare il « tornado » scoliotico. Ma è tanto illusorio volere trattare una scoliosi evolutiva con un plantare o un attrezzo per i denti,  quando andare a caccia alla farfalla per evitare il tornado.

 

IN CONCLUSIONE

Si parla di caos quando le conseguenze sono, disproporzionate rispetto al fatto iniziale. E’ bene il caso della scoliosi. Al contrario della geometria classica euclidiana la nuova geometria del caos da dell’universo un’immagine angolosa e non arrotondata, rugosa e non liscia, è la geometria del torto, del dislocato che si applica perfettamente alla scoliosi. La natura è profondamente non-lineare. Il sistema caotico è stabile se il suo carattere disordinato si mantiene abitualmente di fronte a piccole perturbazioni come la pallina di piombo agitata in fondo al barattolo. Cosi un sistema complesso e stabile come l’equilibrio del rachide puo’ provocare una turbolenza : la scoliosi.

Se si accetta questo modello, come per la meteorologia, si puo’ distinguere il cielo blu’ senza scoliosi, il cielo nuvoloso dell’atteggiamento scoliotico o al contrario il cielo di temporale della scoliosi strutturale evolutiva, talvolta la tempesta con un’evoluzione annuale di più di 15°. Sarà impossibile fare previsioni a lungo termine e si dovrà assolutamente controllare la scoliosi per protegere il rachide prima che sorga il tornado. La raccolta di un massimo d’informazioni cliniche è indispensabile se si vuole che il bolletino meteorologica dell sia soddisfacente. Ma sarà ugualmente illusorio voler prevenire l’evoluzione di una scoliosi con una pastiglia o un metodo chinesiterapico miracolo o un attrezzo per i denti, anche se alcune basi  fisiologiche sono giuste. Non si puo’ chiedere alla rieducazione di evitare il terremoto, ma quando si è in una zona a rischio, bisogna costruire secondo le norme antisismiche per limitare al massimo gli effetti della turbolenza.

Quando purtroppo, il muro postero-concavo crolla, passiamo da un modo caotico a un modo lineare, e soltanto il trattamento ortopedico conservativo o la chirurgia permetterano di evitare il proseguimento dell’evoluzione, sostenendo gli elementi ossei deboli.

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Webmaster Dr. Jean Claude de Mauroy

Questa pagina è stata aggiornata il 12 novembre 2017

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